«Oggi si rimette in gioco un'esperienza di popolo che non ha paura di ripartire e di ricominciare mettendo al centro le persone». Così Matteo Renzi nel suo intervento all'assemblea del Pd ricordando che esattamente «5 mesi fa mi dimisi da premier».
Renzi ha sottolineato che il Pd è impegnato sul fronte del lavoro e ha attaccato duramente il M5S. "Dire che siamo impegnati per il lavoro - ha sottolineato Renzi - significa marcare una differenza rispetto a quelli che hanno raccontato che il futuro è di assistenzialismo e sussidi. Una differenza enorme. Perché da una parte c'è chi considera l'Art.1 della Costituzione fondamentale, perché il lavoro è soprattutto dignità. Quelli che ti dicono arrivano i robot, via tutti, danno un messaggio devastante. Danno ai giovani un messaggio devastante, arrivano i sussidi. Il futuro del lavoro deve caratterizzare la nostra azione. Smontare tutti gli ostacoli, dalla burocrazia al rilancio degli investimenti. C'è un problema fiscale: abbassare le tasse non è di destra, iniziando a farle pagare a chi non le ha pagate".
Per Renzi in futuro bisognerà varare riforme innovative ma con il coinvolgimento degli italiani.
Ligabue come colonna sonora e il tricolore a far da sfondo. È la «coreografia» scelta da Matteo Renzi per il primo discorso dopo la proclamazione alla segreteria del Pd. «Ho fatto in tempo ad avere un futuro», è la strofa della canzone di Ligabue che accoglie Renzi sul palco.
«In 5 mesi nel Pd ne sono successe di tutti i colori - ha detto Renzi - abbiamo assistito a polemiche, litigi, scissioni, dando l'impressione di una comunità che sa solo litigare tradendo lo straordinario messaggio che il nostro popolo ci dà e ci ha ridato nelle primarie: non ha vinto Renzi nè Orlando nè Emiliano, ma la comunità che crede che la politica è una cosa seria, un Pd che non litiga, non si scinde, non è luogo dove tutti sparano contro il quartiere generale».
Ecco il video:
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Renzi contro M5S il giorno della sua...
«Staremo insieme fino al 2021, pensate un po' - ha aggiunto Renzi - Vorrei garantirvi che non ci vedremo tutti i giorni, ma molto più di quel che pensate e meno di quel che qualcuno spera. Fermiamoci un secondo, visto che è la prima volta. Diciamoci parole di verità: chi siamo noi oggi? O lo capiamo o perdiamo la ragione dello stare assieme. Dopo un viaggio così faticoso e tanta polemica vorrei partire dicendo grazie dal profondo del cuore ad Andrea Orlando e Michele Emiliano».
Un saluto, alla prossima da Un cittadino qualsiasi. :-)
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