Quando tutto si riduce a puro marketing


Con la quasi uscita di scena di Berlusconi e la conseguente disgregazione dell’intera destra, da un paio di anni si è chiusa l’era dell’antiberlusconismo.


Questa la si dovrebbe interpretare come una buona notizia per la politica italiana, la fine di un ventennio in cui gli italiani
si dividevano in 2 gruppi: Berlusconiani o Antiberlusconiani. Sono stati scritti decine e decine di libri, migliaia di pagine di giornali, ci hanno scassato con altrettante migliaia di ore con dibattiti politici in tv su questo personaggio molto controverso dello scenario politico italiano.

Se da una parte la fine del berlusconismo ha giovato a noi cittadini, non si può dire altrettanto per quel manipolo di persone che con questo argomento ci guadagnava in soldi e popolarità.  Di certo ha preoccupato tutta l’industria del marketing che girava intorno all’antiberlusconismo: parliamo di quella manciata di giornalisti, editori ed interi partiti che ci hanno costruito il loro successo editoriale e politico, cavalcando quasi esclusivamente questo argomento.



Pensiamo a Marco Travaglio,  che ha consolidato la sua carriera da giornalista e scrittore, diventando il direttore del Il Fatto Quotidiano, solo ed esclusivamente grazie a Berlusconi: se non fosse stato per lui sarebbe restato un giornalista anonimo come tante migliaia.


Allora, per consolidare un’identità che rischiava di smarrirsi, difendere il fatturato e rinserrare le fila di un esercito che rischiava di andare allo sbando con un ruolo oramai sbiadito, si è andati a caccia del nuovo capro espiatorio di tutti i mali dell’Italia e del mondo…

Ci hanno provato dapprima con Monti, ma purtroppo la fase  montiana è decaduta in fretta subito dopo la sua nascita. Poi è arrivato Letta, ma su di lui non c’era storia…

Quando oramai avevano perso ogni speranza,  ecco irrompere sullo scenario politico italiano il salvatore dei complottisti, travagliati, grillini e leghisti di turno: Renzi.


Nuovo leader carismatico, decisionista, spudorato e senza peli sulla lingua. 
Ed ecco che, nel giro di un anno, Renzi sostituisce Berlusconi come ruolo di nemico pubblico numero uno, non sottoforma di posizione politica, ma come scelta di puro marketing.

Infatti attualmente sono riusciti a dividere l’Italia in due nuovi gruppi: Renziani  ed antirenziani.

Quindi lunga vita a Renzi, se non per il bene dell’Italia, almeno per il bene di Travaglio, del Fatto Quotidiano e dei grillini.

Un saluto, alla prossima da Un cittadino qualsiasi. :-)

Seguimi anche su Facebook o Twitter @uncittqualsiasi

Commenti