Mancano pochi giorni al 17
aprile, data in cui gli italiani saranno chiamati alle urne sull’ormai ribattezzato
“referendum sulle trivelle”. In televisione e sui social network è un
susseguirsi di dibattiti agguerriti sul votare si o no al quesito referendario.
Adesso voi vi chiederete cosa centra il titolo dell'articolo con le trivelle... continuate a leggere e lo scoprirete. :-)
Ho già trattato l’argomento del
referendum nel mio precedente articolo e non sto qui a ripetere cosa ne penso
io personalmente. (Un pò di chiarezza riguardo il referendum sulle trivelle)
Vorrei invece soffermarmi su tre
peculiarità: la demagogica utopia, l’ignoranza e la profonda contraddizione in
cui riversa il nostro Paese su questioni di carattere energetico. Tutto questo,
secondo me, è collegato a quel nostro primato a livello mondiale riguardo la
diffusione di analfabetismo funzionale nella popolazione italiana.
Un analfabeta funzionale, oltre a
non capire, per esempio, i termini di un contratto o di un articolo pubblicato
su un quotidiano, cosa a mio avviso ancor più grave, interpreta il mondo che lo
circonda paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze personali. Quindi, di
conseguenza, non è capace di comprendere la complessità della società in cui
vive.
Vorrei premettere che i dati che
sto per citare non me li sono inventati, non li ho presi da chissà quale
anonimo ente di ricerca, ma sono frutto di uno studio condotto dall’OCSE
riguardo la diffusione di analfabetismo funzionale a livello mondiale e
consultabili anche su Wikipedia. Beh… l’Italia è risultata al primo posto in
tutto il mondo, con una diffusione del 47% nei soggetti compresi tra i 16-65
anni, seguita dal Messico (43%) e dagli Stati Uniti (20%).
Fatta questa premessa, entro nel
merito della questione del fabbisogno energetico del nostro Paese e di come la
interpreta quel 47% di italiani.
-Possiamo trovare la demagogica
utopia in chi afferma che attualmente le fonti rinnovabili potrebbero
tranquillamente rimpiazzare il petrolio o il nucleare. Essi credono che il
consumare energia sia sottoscritto al solo uso domestico, per esempio: la
televisione per vedere la D’Urso, ricaricare la batteria dello smatphone o il
rasoio elettrico per radersi ecc ecc. Quindi pensano: un semplicissimo pannello
solare su ogni casa ed addio petrolio… facile no?
Naturalmente tralasciano la
complessa realtà che sta fuori la finestra della propria abitazione. Immaginate
uno stabilimento industriale tipo la Fiat, dove un singolo motore della catena
di montaggio può avere una potenza di decine di kw/h, moltiplicate per migliaia
di motori che servono per mandare avanti le linee di produzione. Solo questa
realtà ha bisogno di una potenza istantanea di corrente elettrica garantita 24
ore su 24 di decine di MegaW/h di potenza istantanea.
Adesso immaginate di alimentare,
questa industria, a pannelli solari o
pale eoliche….
Per avere una potenza massima di
1kw/h di energia da pannelli solari serve una superficie di 10mq;
adesso moltiplicate per migliaia di volte per arrivare ad avere una potenza di
qualche MegaW/h, poi tenete conto delle giornate nuvolose e della non
trascurabile questione che di notte il sole non c’è….
L’eolico, poi, ha una piccola
problematica: per produrre energia ha bisogno di vento… ed il vento non è di
certo prevedibile come lo può essere il sole.
Quante Fiat Panda riuscirebbe a
produrre lo stabilimento di Pomigliano D’Arco a Napoli se venisse alimentato
esclusivamente a energia rinnovabile secondo voi…??
-L’ignoranza possiamo trovarla
ritornando alla questione del referendum delle prossime settimane, che rischia
di far chiudere in modo definitivo più del 70% dei nostri impianti di
estrazione di gas e petrolio, e così, di ridurre ulteriormente la nostra già
bassissima indipendenza energetica, essendo il nostro un Paese importatore di
energia per il 75% del nostro fabbisogno. I soggetti che promuovono il si al
referendum dicono che ne possiamo fare tranquillamente a meno di quegli
idrocarburi, investendo sulle energie rinnovabili.
Questi soggetti però, trascurano
il fatto che gli impianti di estrazione italiani non hanno il fine di produrre
energia elettrica per le nostre case, ma vengono immessi sul mercato sottoforma
di carburanti e gas metano per il
riscaldamento delle case. Come dovrebbe essere facilmente intuibile, sono tutti
prodotti che non possono essere rimpiazzati da energie rinnovabili: non avremmo
altra scelta che aumentare la richiesta di importazione dai Paesi produttori.
-Adesso passiamo al difetto che mi
fa saltare i nervi più in assoluto: la profonda contraddizione.
“Dobbiamo puntare ed investire
sulle energie rinnovabili: sole, eolico, idroelettrico. Basta petrolio e
carbone!!”
Di solito coloro che urlano con
enfasi frasi del genere sono gli stessi individui che quando viene poi
costruito un parco eolico o fotovoltaico urlano e protestano perché rovina il
paesaggio…
“Rinnovabile si, ma a patto che
non venga fatto un parco eolico o un impianto fotovoltaico nella mia città e
possibilmente fuori dai confini della mia bellissima regione”
Questo è il modo
di ragionare dell’italiano medio e dei partiti politici che di conseguenza
parlano alla pancia del Paese.
Un esempio lo si può trovare
nella città di Manfredonia in Puglia, dove i cittadini si sono rivoltati contro
la realizzazione di un parco eolico offshore in mare aperto. Vorrei tanto
comprendere le ragioni di tale malcontento: che fastidio possono mai dare delle
pale eoliche in mezzo al mare? Alla fine però le proteste dei cittadini hanno
avuto la meglio e il progetto non si è
realizzato.
Questa è una foto postata da
Vittorio Sgarbi su facebook in queste ore con tanto di imprecazioni che
riguardano un parco eolico a Urbino.
Dopo questi esempi, ricapitolando,
ecco cosa passa per la testa di un cittadino italiano riguardo il futuro
energetico dell’Italia in una pseudo-intervista :
-“Possiamo continuare ad
utilizzare petrolio, carbone e gas metano?” “no, inquinano”
-“Il nucleare?” “No! È radioattivo e pericoloso, ma li hai visti i
lombrichi giganti nel film Godzilla??
-“Passiamo allora alle rinnovabili: impianti di pannelli solari?” “No,
distruggono le campagne e prendono una superficie di terreno troppo ampia! Poi
non posso andare più ad asparagi...”
-“Eolico?” “No, le pale rovinano i paesaggi e poi a vederle mi fanno
girare le pale anche a me.”
-“Idroelettrico?” “Ma sei pazzo? Dovresti distruggere interi territori
e trovarti vicino a fiumi che te lo permettono. E poi… il disastro del Vajont
ti ricorda qualcosa???!!!”
“E quindi come facciamo nel prossimo futuro…?? Qual è la tua proposta?”
“Sai? Ho sentito una notizia su Studio Aperto di una palestra in
Lombardia che ha installato delle cyclette che producono energia mentre pedali.
Andiamo ad iscriverci io e te adesso, mezzora al giorno di cyclette e alimentiamo
quel cazzo di stabilimento Fiat di cui parli tanto, poi usciamo dalla palestra
e ci andiamo a comprare una bella Panda versione Kung Fu, come il nuovo cartone
animato.”
Un saluto, alla prossima da Un cittadino qualsiasi. :-)
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